Nel 1984, Eduardo De Filippo concludeva la sua vita fisica, il Teatro consegnava alla storia l’umanità della sua letteratura da palcoscenico e i sensibili estimatori della sua poderosa fatica d’arte lodevolmente si incaricarono d’eternare creatura e personaggi.
Tra essi, gli “Amici della Ribalta” di Lanciano da alcuni anni affezionati al repertorio eduardiano, ne testimoniano degnamente l’assoluta classicità e la fondamentale vitalità.
Non si sospetti irriverenza nell’impresa documentaristica di risolvere in contrazione di tempo quanto gli “Amici” hanno già esaurientemente onorato recitando interi i testi che stavolta assurgono a frammenti, e tuttavia apporrebbe irriguardoso etichettare un “meglio di Eduardo” come sarebbe illogico poniamo, chiedersi della Gioconda leonardesca se il lato destro sia più bello del sinistro; d’altronde, in altre discipline sublimi sono state realizzate sintesi mirabili per risultati: un glorioso esempio per tutti i concerti della Martini e Rossi che consacrarono una formula leggendaria di resa artistica. Profetica degli assilli di ritmo dei nostri tempi: oggi anche gli orologi hanno fretta. Operazione lecita, dunque meritoria.
Nel 1994, a dieci anni dalla scomparsa di Eduardo, gli “Amici” hanno voluto assemblare uno spettacolo commemorativo sulle opere del grande autore napoletano. L’allestimento è una piacevole antologia delle scene più vibranti dei lavori di Eduardo, presentate da un affamato Pulcinella che introduce gli spettatori nelle vicende rappresentate.
Dalle opere recitate in passato per intero, vengono riproposte
Da “Non ti pago” la “scena della pistola” la più surreale, grottesca di tutta la commedia; da “Questi fantasmi” l’inizio, con la godibile “anima nera” Raffaele a forbito colloquio con “l’anima in pena” Pasquale Lojacono in un’atmosfera di convincente suggestione; da “Natale in casa Cupiello” la letterina dispettosa di Tommasino figlio di Luca, classica invenzione che ha fatto scuola ispirando in seguito altri grandi del teatro e del cinema con lettere che si sono rivelati strumenti esilaranti.
Qualche concessione per commedie non allestite come Napoli milionaria, con la scena del finto morto già immortalata da Eduardo in un memorabile film degli anni cinquanta. Successivamente nello spettacolo sono stati inseriti frammenti particolarmente efficaci di “Uomo e galantuomo” e l’atto unico “Pericolosamente”.
“Stasera Eduardo” è un esperimento che tiene desta l’attenzione del pubblico dalla prima all’ultima battuta una sorta di zapping teatrale.
La Compagnia ha allestito questa panoramica “Eduardiana” per celebrare un Autore a cui è particolarmente legato e che riesce a coniugare il teatro popolare con una ricchezza di temi esistenziali, rimanendo sempre in bilico tra comicità e dramma, usando il dialetto napoletano come strumento privilegiato per trasmettere i sentimenti dei personaggi. Lo spettacolo continua ancora ad essere in cartellone festeggiando 20 anni di tenuta e oltre 150 repliche in Abruzzo, Molise, Marche, Basilicata e Umbria, riscuotendo sempre consensi unanimi.
Una non piccola soddisfazione è quella di aver anticipato le scelte di registi ed attori professionisti, che solo recentemente hanno allestito spettacoli con frammenti eduardiani (Eduardo al Kursall con Silvio Orlando).
Il quintetto Lirico Abruzzese ha fatto parte dello spettacolo con canzoni napoletane grazie ad artisti professionisti quali il baritono Vittorio Prudente, il tenore Franco Becconi, e le soprano Paola Marceca e Sabrina Di Blasio con la pianista Cristina Di Zio. Per alcune repliche tra le quali quella nel teatro Marrucino, anche in esterna, abbiamo goduto di questa importante e qualificante partecipazione amichevole ma purtroppo impegni professionali hanno impedito che lo spettacolo si giovasse, all’inizio e nei momenti tra i vari frammenti, di romanze e atmosfere partenopee.
Altra esperienza di collaborazione è stata la partecipazione di Stefano Barbati e Sergio Gargarella con chitarra e mandolino, con le stesse modalità, ma sempre interrotta per inconciliabilità impegni artistici.