La nostra storia

“Gli Amici” si costituirono nel lontano 1964, nel piccolo teatro della parrocchia di S. Antonio. Promotore di tale esperienza fu Nicola Garofoli che insieme a Sergio Marfisi, Mario Pupillo, Teodoro Masci, Carlo Mastrogiuseppe, tutti giovanissimi, iniziarono nell’estate del 1964 il restauro della sala, di circa 100 posti, con mezzi di fortuna e con l’aiuto e complicità di Padre Ireneo, prima, e Padre Luciano Milantoni successivamente, nostri padri spirituali.

Nella ricerca di una denominazione, mentre eravamo affaccendati a restaurare il teatrino di S. Antonio, sulla ribalta del palcoscenico, Sergio Marfisi lanciò la sua idea di chiamarci ”Amici della ribalta”. Si costituì pertanto la filodrammatica ”Amici della Ribalta” che sviluppò un intenso programma di attività teatrale e musicale.

Le prime esperienze erano caratterizzate da esibizioni che si avvicinavano all’avanspettacolo con sketch, gags e scenette, intervallate da brani musicali di complessi rock che in quel periodo (fine anni 60) si costituivano con grande facilità. E’ cosa gradita ricordare alcuni compagni di viaggio in quel periodo che vedeva la nascita di numerosi complessi musicali che nel tempo si esibirono nel  Piccolo teatro Antoniano.

“I Diaros” avevano Roberto Mancinone chitarrista e compositore, come leader. Componenti erano Antonio Tenaglia, Osvaldo Barbella, Filippo (Puccetto) De Rosa e Massimo Benedetti che poi diventerà il compositore di tutte le musiche dei nostri allestimenti dagli anni novanta. Gli spettacoli di musica e teatro si svolgevano in pomeridiana ed erano molto seguiti, prima o a volte al termine della messa vespertina.

Dopo i Diaros fu la volta del gruppo “I Coralli” praticamente gli stessi componenti, con l’unica sostituzione di Massimo Benedetti con Vito Della Fazia. In quel periodo c’era molta movimentazione e competizione tra i vari complessi beat che si ridefinivano e riassemblavano velocemente. Questo gruppo si esibì nel teatrino Antoniano molte volte seguito dai “Pop’s” con Antonio Tenaglia, Osvaldo Barbella, Nico Costantini, Enzo Stella e Romeo Rosato cantante. 

Le poche foto recuperate mostrano la convivenza sul palcoscenico di attrezzeria di scena e apparecchi musicali per la ristrettezza degli spazi.

I protagonisti delle “scenette” erano Sergio Marfisi, Nico Garofoli, Mario Pupillo, Carlo Mastrogiuseppe, Masci Teodoro che costruivano 4 o 5 sketch di comicità nostrana, popolare ma comunque piacevole, mai volgare, come il luogo imponeva.

Peppino Marfisi fungeva da “buttafuori” per i non paganti, grazie alla sua stazza e alle sue maniere non certo diplomatiche con cui si rivolgeva ai “portoghesi” .

Vari ragazzi si alternarono nel tempo  nei gruppi beat e un nuovo complesso  si costituì con il nome di  “Una strana combinazione”. Ricordiamo Giuseppe De Pasqua, Gianfranco Amoroso, Donato Di Piero, Nino La Morgia, Claudio Ucci.  

L’ultimo complesso a collaborare ed esibirsi negli spettacoli al Teatro Antoniano fu il gruppo Senso Vietato composto da componenti quasi tutti della parrocchia di S. Antonio, ovvero Camillo La Morgia, Sirio Marfisi, Claudio Presenza, Roberto Marfisi, Sergio Gargarella e Gino Marfisi cantante del gruppo. Il complesso inoltre era impegnato nel Festival Anni Verdi, manifestazione canora per i bambini sullo stampo dello “Zecchino d’Oro”, che il grande Padre Lucio e la Parrocchia hanno organizzato per anni, dal 1967 al 1979 per ben 13 edizioni.  

Alcuni di loro con il tempo diventarono anche componenti della Filodrammatica e oggi fanno parte ancora dell’Associazione a testimoniare il forte legame e l’amicizia che in quegli anni si erano generati nella Parrocchia.

Per diversi anni, i pomeriggi domenicali, specie in autunno ed inverno, proponevano spettacoli alla comunità parrocchiale e alla città con un mix di musica e teatro. Fu un periodo di grande fervore e utilità per esercitarci, affinare la recitazione  per affrontare allestimenti di prosa più impegnativi  ma soprattutto per costruire una comunità da cui originano gli “Amici della Ribalta” di oggi.

Fu allestita nel 1965 la prima vera opera teatrale: “Prima l’onore” di Cesare Bonvini, autore della piccola drammaturgia di inizio secolo.

I personaggi erano tutti maschili, (non per seguire ile regole del teatro Elisabettiano ai tempi di Shakespeare che vietava le donne in palcoscenico) ma per rispettare le canoniche regole del teatro svolto nelle parrocchie. 

Padre Luciano Milantoni insieme a Nico Garofoli e Bruno Spadaccini

La liberalizzazione alla presenza femminile, concessaci da Padre Luciano (che rischio si accollò… ) permise l’anno successivo, di allestire “E chi i vù fà, (ma cagne cocce)” di Bruno Spadaccini, giovane autore lancianese. 

Il gruppo si arricchiva di aspiranti attori e attrici e di altre professionalità artistiche e tecniche, sotto la guida registica di Nicola (Nico) Garofoli. Eravamo comunque tutti minorenni con poche risorse ma tanta passione.

Gli interessi della Filodrammatica si ampliavano e pertanto si decise di organizzare un festival canoro riservato ai bambini dai cinque ai tredici anni. Il gruppo musicale era curato da Padre Ottavio, insigne musicista, e fra Lucio, coordinati da Padre Luciano e dalla comunità Francescana.

Nel 1967 nacque il festival ”Anni verdi”, il nostro Zecchino d’oro, che prevedeva due serate eliminatorie nel teatrino Antoniano e la finalissima nel Fenaroli o in un cinema della città. Ovviamente, come da copione, non mancarono le critiche e polemiche dei genitori e parenti.

Nel 1968 fu allestita la piece “Un letto in soggiorno” di Mario Pupillo, lavoro brillante, commedia popolare che affrontava il conflitto generazionale all’ombra della contestazione giovanile, allora emergente.

Riuscimmo a recitare finalmente nel nostro teatro Fenaroli, teatro prestigioso e con un pubblico severo e competente, riscuotendo consensi che  ci incoraggiarono a proseguire nel percorso di crescita.

L’anno successivo il gruppo decise, coraggiosamente, di avvicinarsi a Eduardo De Filippo e allestì “Non ti pago”. Fu un vero banco di prova, un testo pieno di insidie e trappole per gli immancabili paragoni.

L’accoglienza fu buona con un bravissimo Sergio Marfisi nella parte di Eduardo. Eravamo pronti per recitare fuori dalle mura amiche con uscite fuori porta nei teatri vicini.

Nel 1971 la compagnia allestì, insieme al Gruppo 10 de I Gabiani 68, lo spettacolo di teatro canzone ”Messaggio”, con impianto sperimentale, come era in voga in quel periodo. La parte teatrale era stata scritta dagli ”Amici” e le musiche composte da Roberto Mancinone con temi e armonie di chiara connotazione spirituale.

Nel 1972 la filodrammatica si sciolse in quanto molti componenti, ormai maggiorenni, iniziarono gli studi universitari e trovarono lavoro. Le nostre vite si divisero ma la passione per il palcoscenico rimaneva intatta nei lunghi anni che seguirono.

La rifondazione

Nel 1989, per episodi fortuiti e per il presentarsi di condizioni favorenti, si è verificata l’opportunità di ricostituire il gruppo teatrale. Era scontato che la denominazione sarebbe stata “Amici della ribalta“, non come filodrammatica, ma come associazione culturale teatrale. Si tratta quindi di una “rifondazione” che ha assunto carattere legale il 30 ottobre 89, difronte ad un notaio, ad opera dei seguenti soci fondatori: Ermanno Di Rocco, Mario Pupillo, Celestina Ciarelli, Michele Capone, Angela Ranalli, Gino Marfisi, Ivaldo Rulli, Saverio Memmo, Sabina Abbonizio, Giovanna Didone e Bruno Romanelli, che sarà il primo presidente dell’Associazione.

Da allora sono passati trentacinque anni. La finalità di crescita culturale e il desiderio di divertirsi  hanno permesso di superare anche difficoltà che sembravano insormontabili a causa degli impegni lavorativi e familiari. Orgogliosamente posso affermare che la lunga serie di successi ottenuti testimoniano che la nostra Associazione ha trovato nel teatro uno straordinario mezzo di crescita, coesione e di realizzazione culturale e sociale, grazie alla forte amicizia.

In questi anni abbiamo realizzato 12 allestimenti, molti dei quali con riprese, di grandi  autori: Eduardo, Goldoni, Pirandello, Hannequin e Veber, De Benedetti, o piece di autori dialettali. Complessivamente abbiamo raggiunto 500 repliche in teatri della nostra Regione, nelle Marche, Umbria, Molise, Puglia e Basilicata.

Abbiamo ottenuto oltre 60 premi e riconoscimenti a testimonianza della buona qualità raggiunta. Quest’anno il nostro Festival nazionale di teatro amatoriale- dialettale – Città di Lanciano – Premio “Maschera d’oro” compirà venti anni. E’ un prestigioso appuntamento con compagnie nazionali di alto livello artistico.

Prestigiose le collaborazione con il Teatro Stabile D’Abruzzo ai tempi della direzione di Lorenzo Salveti con “Progetto Lanciano – Una città per il teatro” in una città con nessun spazio teatrale. Esperienza da cui uscirono alcuni giovani che intrapresero con successo la professione artistica. Altre iniziative sono state le ospitalità teatrali e numerosi gli “Incontri” con attrici e attori insieme alle nostre “Pubblicazioni”.

Tra tutte citerei il bel lavoro “Teatro Fedele Fenaroli. Storia-aneddoti e curiosità” di Cipollone-Pupillo, che racconta il grande ruolo culturale e sociale svolto dal nostro teatro dal lontano 1847. Proficua la collaborazione con altre Rassegne, nelle realtà teatrali provinciali, nell’ottica di promuovere il teatro, amatoriale e dialettale, insieme agli organi regionali e provinciale della FITA.

Le esperienze nell’Umorismo grafico con la “Rassegna nazionale della vignetta umoristica”, curata da Adolfo Cardascia hanno aperto un altro capitolo di interesse, recuperato dalla storia della nostra città. Fruttuosa e prolungata la collaborazione con il Cabaret nell’ambito del Festival nazionale Adriatica Cabaret organizzato da Ivaldo Rulli.

Sono oltre trentacinque anni che le nostre iniziative riscuotono consensi e i nostri spettacoli riempiono i teatri e le piazze. Ciò è stato possibile perché ognuno ha posto il senso del NOI davanti all’IO. Vorrei ringraziare tutti i componenti della compagnia, quelli che recitano e coloro che sono dietro le quinte,  per il loro impegno in questi decenni, per i sacrifici sostenuti, ognuno con le proprie competenze e professionalità.

Vale la pena sottolineare che Nessuno degli Amici ha svolto attività artistica professionistica, pertanto il gruppo rappresenta, nel senso più puro e genuino, l’amatorialità nel teatro, sostenuta da grandissima passione e confortata dalla direzione artistica di Mario Pupillo e Gino Marfisi, che negli anni hanno investito nello studio e approfondimento del lavoro dell’attore.

Vorrei salutare i nostri amici, che in questi anni, hanno lasciato prematuramente il palcoscenico terreno. Ci mancano, ma spero che ci seguano e ci aiutino dall’Alto.

A loro va il nostro grazie imperituro e il ricordo affettuoso. Vorrei infine ringraziare il nostro pubblico che ci segue da decenni. Con gli applausi ci ripaga e ci ringrazia per il divertimento e le emozioni che abbiamo regalato in questa bellissima avventura che ancora continua.
Viva il Teatro.

Il Presidente
Ermanno Di Rocco

I presidenti ricordano

Bruno Romanelli

“Era il 1989… Soprattutto eravamo “AMICI”, tante le cose che ci accumunavano, una più di tutte! La passione per il teatro. Fu così che quegli amici divennero gli “AMICI DELLA RIBALTA”. Sono passati quasi 35 anni, tante cose sono cambiate, ma la passione è rimasta intatta, e tutto ciò che nasce dalla passione è destinato a durare nel tempo.

Gli “AMICI DELLA RIBALTA” infatti non dimostrano i loro anni! Sono giovanissimi e continuano a mietere successi e a riempire Teatri e Piazze.

Il mio augurio, come primo Presidente di questa Associazione, è che la voglia di divertire e divertirsi, la passione e l’amicizia regnino sempre, ed ancora per molti anni, dentro e fuori le quinte.

Ad maiora !!”

Mario Pupillo

L’associazione compie trentacinque anni e ricordo quel pomeriggio di novembre del 1989 in cui, difronte ad un notaio, iniziammo o meglio ripristinammo un progetto teatrale iniziato quanto eravamo adolescenti filodrammatici nel teatrino parrocchiale di S. Antonio. Le vicende della vita, che ognuno di noi ha percorso, avevano interrotto quella giovanile esperienza degli anni sessanta/settanta. Oggi non posso non segnalare che trentacinque anni di attività sono un traguardo straordinario di longevità per qualsiasi associazione ed in particolare per chi fa teatro.

Da venti anni l’associazione organizza il Festival maschera d’oro di teatro Dialettale che si svolge nel teatro Fenaroli, nell’ambito della stagione teatrale gestita dal Comune.

Pertanto esiste un legame forte con l’Amministrazione comunale e il territorio che permette di diventare, a tutto il gruppo, un punto di riferimento artistico anche in campo regionale. Se ora volessi salutare gli Amici come fondatore, regista e attore fino alla mia nomina a sindaco, che mi ha “allontanato” per un decennio dal palcoscenico, posso dire che gli Amici rappresentano la mia “famiglia allargata”.

Con gli Amici ho condiviso decenni di passione, premi, riconoscimenti, crescita culturale ed umana che mi hanno maturato nell’esercizio e nelle studio di testi ed autori che abbiamo portato in scena nei teatri abruzzesi e di tante regioni e nelle piazze di tanti comuni. In questo sito è ripercorsa questa straordinaria avventura di uomini e donne che su di un palcoscenico hanno unito i loro destini artistici e umani.

Tanti ricordi ed emozioni che fanno parte del mio patrimonio di esperienze che solo il teatro può dare nell’eterno gioco della rappresentazione della vita. Grazie presidente Ermanno e a tutti gli Amici”.

Celestina Ciarelli

Trentacinque anni… e non sentirli! “Ebbene sì, sono passati  trentacinque anni di vita associativa degli “Amici della Ribalta”, ma ancor di più quasi 50 di vita quotidiana intrisa di forte amicizia, non si avvertono mai stanchezza, scoraggiamento quando quello che si fa, lo si fa per un progetto comune e per la propria comunità.

La nostra Associazione da decenni opera con trasporto, tenacia e nel tempo si è trasformata in una realtà affidabile del teatro amatoriale. In questi anni non solo teatro, ma convegni, mostre, pubblicazioni, rassegne umoristiche, collaborazioni con la Pubblica Amministrazione e altre realtà associative.

Nel 1989 siamo nati come gruppo teatrale con la passione di raccontare sul palcoscenico, sotto la guida attenta dell’attore/ regista Mario Pupillo, capolavori della letteratura Eduardiana e ci siamo messi alla prova con altri testi: drammatici, poetici e commedie, guadagnandoci un posto di tutto rispetto nel panorama del buon teatro amatoriale. Grande orgoglio e punto di forza dell’Associazione è senza meno il Festival del Teatro Dialettale “Premio Città di Lanciano”, che si svolge nel magnifico Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano e giunto alla 20esima edizione, nato per rendere omaggio al dialetto, voce del passato, patrimonio di tutti, da recuperare, diffondere e trasmettere.

Negli anni abbiamo ospitato compagnie locali, regionali ed extraregionali di comprovato valore artistico e tutte le edizioni hanno avuto grande successi di critica e di pubblico. Ecco sì, il “nostro” pubblico che va ringraziato enormemente perché in tutte le occasioni ha sempre esternato vicinanza e consenso alla nostra Associazione, ma soprattutto continua ad essere forza vitale che ci consente di proseguire, raggiungere nuovi obiettivi e superare le difficoltà. 

Ho avuto l’onore e l’onere di essere eletta alla Presidenza dell’Associazione dal 2007 al 2014 e non sarei riuscita ad assolvere il mio compito, a volte gravoso, se non avessi avuto vicino a me il Vice-presidente Orazio Martelli e i componenti del Direttivo: Silvana Didone, Paola Caporale, Vincenzo Torosantucci, Salvatore Amore, Gabriele Pasquini e Claudio Foria. 

Una vera squadra che ha lavorato alacremente. Insieme abbiamo preso decisioni importanti per il gruppo, a volte dolorosissime, vissute in anni di una crisi economica su scala mondiale. Il mio personale ringraziamento va anche a quanti si sono prodigati dietro le quinte in tutte le mansioni, per permettere alle attrici e agli attori che si sono avvicendati sul palcoscenico, di ricevere gli applausi del pubblico. Ma i sacrifici non sono stati solo nostri, ma anche dei nostri familiari che ci hanno sempre sostenuto e supportato interagendo direttamente o indirettamente. 

Mi piace ricordare una frase di Mario Pupillo che prima di entrare in scena diceva: “Non siamo professionisti, ma dobbiamo comportarci come tali”. Da questa perla di saggezza sono nati i nostri successi. Oggi l’Associazione gode di ottima salute, continua il suo percorso di attività ad ampio raggio sotto la sapiente ed illuminata Presidenza di Ermanno di Rocco. 

In questi anni, dolorose mancanze ci hanno messo a dura prova, ricordiamo senza mai dimenticare Saverio Memmo, Lucia Milone, Massimo Benedetti e Adolfo Cardascia, Mario Tritapepe,  che seppur in campi diversi hanno dato un rilevante contributo alla crescita della nostra grande famiglia”. E’ proprio vero, sono passati 35 anni, grande è la commozione, ma ricordandoli è come non sentirli. Grazie.”

Anna De Sanctis

Sono stata chiamata dall’Assemblea dei soci a svolgere le funzioni di Presidente nel mese di ottobre 2014 in un momento di gravi difficoltà organizzative ed economiche della nostra Associazione: le casse erano vuote a causa di un furto subito e l’organizzazione di spettacoli e manifestazioni erano ridotte al minimo per una certa svogliatezza che visibilmente aveva preso un po’ tutti noi.

Nonostante i miei impegni professionali e quelli familiari, con l’aiuto di tutte le donne dell’Associazione, abbiamo ritrovato e fatto ritrovare quell’entusiasmo e quella voglia di …. Teatro a tutti i soci e abbiamo così gettato le basi per una ripresa delle nostre attività culturali.

Per un anno ho guidato l’Associazione e abbiamo gettato le basi per un ritorno alla normalità: La nostra associazione è ritornata ad essere un punto di riferimento per tanti utenti culturali che hanno mantenuto lo stesso entusiasmo nel seguirci nelle nostre perfomance teatrali e nelle altre attività.

Sono sicura che per altri decenni riusciremo a soddisfare le necessità culturali nel campo teatrale di tutto il nostro comprensorio Frentano, Regionale ed anche extraregionale perché siamo legati da una profonda stima reciproca e ci confrontiamo con le altre realtà presenti sul territorio con altrettanta stima, creando sinergie che possono solo far bene a tutta la comunità.

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