Nel teatro comico di Goldoni, il personaggio Anselmo recita al capocomico Orazio che la “commedia” l’è la strada inventata per correggere i vizi e mettere in ridicolo i cattivi costumi. Attorno al 1750 Goldoni scrisse la Bottega e la Locandiera, dopo 16 commedie in un solo anno, per scommessa contro vari detrattori. La Bottega è tenuta tra le più nobili della letteratura teatrale.
Questa commedia adattata più che tradotta, giunge dopo almeno un paio di anni, dalla prima intenzione di portarla sulla scena. La maturità acquisita dagli Amici postula per paradosso, una riflessione maggiore su un’impresa considerata a rischio: rendere in dialetto frentano un’opera di Goldoni Veneziano. Si è discusso molto, nelle riunioni degli attori e attrici, sulla liceità di vertere un classico da un dialetto italiano ad altro dialetto italiano operazione delicata e ambiziosa; si è evocato a sostegno anche Shakespeare traslato come Goldoni e tanti altri autori in mille lingue straniere, anche se il caso dell’Inglese appare più giustificabile per un minimo di comprensibilità linguistica.
Si è deciso alla fine di tentare, perché ancora oggi il gergo veneziano s’impone più ufficiale della lingua italica anche negli strati culturali più elevati, in più Goldoni in Francia scriveva commedie in francese e l’ispirazione non si appannava. Infine Goldoni aveva scritto la commedia in toscano per esportarla in tutta Italia e Don Marzio era di origine napoletana.
L’adattamento lancianese essenzialmente per la penna di Ivaldo Rulli, omaggia l’opera d’arte e Goldoni, senza pretendere l’equivalenza; uguale sentire genera un ineludibile snellimento del testo per ridurlo a due atti, compito portato a termine da Mario Pupillo, da non interpretare in senso dissacratorio: ai tempi di Goldoni gli strumenti di svago erano limitati e la gente aveva meno fretta.
Nella Puteche la trama è tenue, quasi assente. In realtà la vicenda è un affresco recitato di quanto può avvenire abbastanza senza tempo, in qualunque piazza d’Italia, di paese o di città. Se l’affresco lo riferiamo a Goldoni, l’esperienza lancianese attuale può essere considerata una copia naif. In fondo la Gioconda di Leonardo è copiata quotidianamente , nessuno se ne scandalizza e la popolarità se ne avvantaggia.
Francesco Paolo Cipollone
La puteche de lu cafè rappresenta la vita di una piazzetta di qualsiasi città, o paese dove la presenza di Don Marzio nella sua postazione giornaliera assiste, elabora , modifica le vicende umane che trasforma in materiale utile per dicerie, maldicenze e invenzioni farlocche che scatenato ripicche , contrasti e litigi fra coloro che vivono nel borgo che circonda la bottega del caffè. La vicenda goldoniana si svolge durante il carnevale mentre nella versione lancianese si svolge durante la festa patronale.
Don Marzio, un bravissimo Ivaldo Rulli, è un seminatore di discordie, paradossalmente divertente e irriducibile nel costruire sentenze accusatorie ai vari personaggi specie di genere femminile. Sulla piazzetta oltre la bottega c’è il barbiere, la bisca, la ballerina e nella locanda la pellegrina in cerca del marito fedifrago.
Si intrecciano tresche e vicende umane su cui Don Marzio, specula con arguzia sorprendente, contrastato da mastro Ridolfo caffettiere impegnato a contenere le malefatte di Don Marzio e proiettato ad una sempre pacifica conclusione delle vicende. I difetti dei personaggi diventano materiale per far ridere e sorridere gli spettatori che si riconoscono nella vicende.
La lettura della commedia è stata spesso interpretata da grandi registi con registri differenti anche cupi e profondi per approfondire ed esaltare i vizi di una comunità che si avvia verso la perdita di valori.
La lettura degli Amici è popolare, solare, confortata dal clima godereccio e festaiolo del paese e dei suoi abitanti, grazie anche alle sonorità di Tanino De Vincentiis con la sua banda.
La bella scenografia di Sergio Salicco con altezze a due piani che esaltano le prospettive e i dialoghi danno ulteriore pregio all’allestimento. Negli anni alcuni attori ed attrici sono subentrati o sostituiti in relazione alle vicende personali che non permettono a volte impegni continuativi. Ma il successo non è mai stato in pericolo confortato da premi e riconoscimenti in varie rassegne per lo spettacolo e per gli attori o attrici.
Mario Pupillo