“Parenti Serpenti” in scena a Lanciano il 27 e 28 dicembre

Lanciano: Gli Amici tornano in scena ancora con “Parenti serpenti” spettacolo ormai cult che continua a ricevere consensi e richieste  da varie località. Venerdì 27 e sabato 28 dicembre 2024, l’allestimento “Parenti Serpenti” di Carmine Amoroso andrà in scena al Teatro Fenaroli.

Dopo i successi e premi riscossi in Abruzzo e in Puglia la compagnia riproporrà la commedia di Carmine Amoroso in alcuni teatri abruzzesi e a Lanciano nel periodo natalizio, il più indicato per le atmosfere e il clima nelle quali  è ambientata la pièce.

A corollario gli Amici porteranno in tournée il sempre verde “Stasera Eduardo” frammenti del teatro di Eduardo De Filippo, a Pescara ed Orsogna ed altre località, che ripropone  la componente partenopea dell’associazione, con lo spettacolo che ha raggiunto 200 repliche da quando fu allestito nel lontano 1994.

Parenti Serpenti: Note di Regia

L’allestimento della commedia è stata sempre rispettosa della originale stesura di Carmine  Amoroso che con il cuore lancianese ha voluto inserire la ricorrenza della Squilla. Per i lancianesi il 23 dicembre alle 18 suona la campanella sulla torre civica e, dopo un pellegrinaggio alla chiesa dell’Iconicella e ritorno, i fedeli si ritrovano in piazza per un rito collettivo di scambiarsi  gli auguri, mettere da parte le liti e poi ritrovarsi a casa del più anziano per lo ricevere doni. Questa scena, tagliata nei vari allestimenti teatrali di questi decenni, è stata inserita per ovvie ragioni. La scansione del tempo è affidata ad un calendario a vista che viene cadenzato dal nipote  che  nel contempo inserisce il suo diario delle feste natalizie. La cena natalizia è reale e il profumo dei fedelini con il tonno , baccala e capitone sono una provocazione per il pubblico, specie se a digiuno. Il tutto contribuisce a portare lo spettatore dentro la vicenda, a farlo sentire a casa di Trieste. Il finale è quello solito ma si avvale di un artificio scenografico d’effetto che sanziona la soluzione dei figli. Ottima l’interpretazione di Trieste da parte di Gigliola D’Antonio che era stata protagonista del 2003 e ritorna dopo 20 anni con immutata bravura. Gino Marfisi è un superbo Saverio, marito ormai in preda a decadimento cerebrale. Entrambi hanno guadagnato premi e grandi consensi. I figli e i parenti acquisiti meritano tutti il plauso e anche loro hanno ottenuto premi, nel rappresentare con puntualità, una società che mostra gli egoismi, le menzogne, i tradimenti, gli scarica barile per evitare di prendersi carico dei genitori. Si ride tanto ma il finale è tragico che stordisce il pubblico a prendere atto di  un esito, che seppur rivisitato nella realtà, mette in luce l’abbandono dei “vecchi” che il passare  degli anni dal debutto di questa pièce diventa sempre più evidente.